L'azienda

Da ben quattro generazioni il Molino Tudori è specializzato nella macinazione del grano saraceno da cui si ricava la tipica farina nera utilizzata per la preparazione dei tipici prodotti valtellinesi.
La lavorazione è eseguita con amore tradizionale, nel pieno rispetto della cultura culinaria che ha reso i pizzoccheri, la polenta taragna e gli sciatt famosi in tutto il mondo.
Nonostante l’inevitabile evoluzione delle tecnologie industriali d’avanguardia, obbligatorie per essere competitivi sul mercato, il vecchio molino a pietra continua a macinare ed a mantenere integre le qualità nutritive della farina e quel suo gusto particolare.
Dal 2007 l’azienda e il suo sistema qualità sono certificati ISO 9001:2015 dall’ente norvegese DNV, leader mondiale specializzato nel settore agroalimentare.
Tutte le farine prodotte sono senza glutine e hanno ottenuto il marchio Spiga Barrata rilasciato dall’AIC (Associazione Italiana Celiachia).

Da ben quattro generazioni il Molino Tudori è specializzato nella macinazione del grano saraceno da cui si ricava la tipica farina nera utilizzata per la preparazione dei tipici prodotti valtellinesi.
La lavorazione è eseguita con amore tradizionale, nel pieno rispetto della cultura culinaria che ha reso i pizzoccheri, la polenta taragna e gli sciatt famosi in tutto il mondo.

Nonostante l’inevitabile evoluzione delle tecnologie industriali d’avanguardia, obbligatorie per essere competitivi sul mercato, il vecchio molino a pietra continua a macinare ed a mantenere integre le qualità nutritive della farina e quel suo gusto particolare.
Dal 2007 l’azienda e il suo sistema qualità sono certificati ISO 9001:2015 dall’ente norvegese DNV, leader mondiale specializzato nel settore agroalimentare.
Tutte le farine prodotte sono senza glutine e hanno ottenuto il marchio Spiga Barrata rilasciato dall’AIC (Associazione Italiana Celiachia).

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NOSTRA PRODUZIONE!

Un patrimonio da custodire e tramandare con cura; tutte le fasi di lavorazione sono seguite personalmente dalla famiglia Tudori: dall’approvvigionamento del grano, controllato, selezionato e prodotto da aziende agricole europee di fiducia, alla macina, alla lavorazione e al confezionamento con macchine completamente automatiche per conservare i vari prodotti inalterati in bontà e genuinità per lunghi periodi di tempo.

La diffusione del grano saraceno (Fagopyrum Polygonum) in Valtellina risale alla fine del 1600. Ne parla per la prima volta Giovanni Guler Von Weinech, governatore grigionese della Valle dell’Adda nel 1616.
Il grano saraceno, introdotto dai Turchi e Saraceni veniva e viene coltivato soprattutto sul versante retico delle Alpi, esposto più a lungo al sole e con un clima più favorevole che ne permette la maturazione anche alle alte quote (oltre 1.000 mt s.l.m.).
La coltivazione caratterizza il secondo raccolto e viene quasi sempre seminato come coltura intercalare dopo un cereale autunnale; la semina infatti avviene dopo la raccolta dell’orzo o della segale. Il grano saraceno è una pianta che raggiunge un’altezza di 80/120 cm caratterizzata da un ciclo vitale molto breve di 60/120 giorni. Giunge a maturazione verso la fine di settembre, periodo durante il quale avviene la raccolta. II prodotto che si raccoglie è un frutto di forma tetragonale denominato achenio. Dopo la mietitura viene lasciato ad essiccare in piccoli covoni per 8/10 giorni. Il grano viene poi raccolto in apposite coperte in canapa filata e quindi avviene la battitura. I chicchi di grano, raccolti e puliti, vengono poi macinati.

Si ottiene così una farina grigiastra che trova impiego nell’alimentazione spesso in miscela con mais e frumento (polenta taragna, pizzoccheri, sciatt, dolciumi, ecc.). Il grano saraceno è superiore a tutti gli altri cereali come fonte di proteine ad alto valore biologico (elevato contenuto in lisina) e di fibre alimentari. Il fiore produce una elevata quantità di nettare particolarmente appetitoso per le api; dalle parti vegetative si estrae un composto, la rutina, usato per il trattamento dei disturbi vascolari. Inoltre non ha glutine, una sostanza che può indurre a fastidiose allergie. A rendere merito a questa importante qualità l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) consiglia nel suo “Prontuario Nazionale” i prodotti del Molino Tudori di Teglio.

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La diffusione del grano saraceno (Fagopyrum Polygonum) in Valtellina risale alla fine del 1600. Ne parla per la prima volta Giovanni Guler Von Weinech, governatore grigionese della Valle dell’Adda nel 1616.
Il grano saraceno, introdotto dai Turchi e Saraceni veniva e viene coltivato soprattutto sul versante retico delle Alpi, esposto più a lungo al sole e con un clima più favorevole che ne permette la maturazione anche alle alte quote (oltre 1.000 mt s.l.m.).

La coltivazione caratterizza il secondo raccolto e viene quasi sempre seminato come coltura intercalare dopo un cereale autunnale; la semina infatti avviene dopo la raccolta dell’orzo o della segale. Il grano saraceno è una pianta che raggiunge un’altezza di 80/120 cm caratterizzata da un ciclo vitale molto breve di 60/120 giorni. Giunge a maturazione verso la fine di settembre, periodo durante il quale avviene la raccolta. II prodotto che si raccoglie è un frutto di forma tetragonale denominato achenio. Dopo la mietitura viene lasciato ad essiccare in piccoli covoni per 8/10 giorni. Il grano viene poi raccolto in apposite coperte in canapa filata e quindi avviene la battitura. I chicchi di grano, raccolti e puliti, vengono poi macinati

Si ottiene così una farina grigiastra che trova impiego nell’alimentazione spesso in miscela con mais e frumento (polenta taragna, pizzoccheri, sciatt, dolciumi, ecc.). Il grano saraceno è superiore a tutti gli altri cereali come fonte di proteine ad alto valore biologico (elevato contenuto in lisina) e di fibre alimentari. Il fiore produce una elevata quantità di nettare particolarmente appetitoso per le api; dalle parti vegetative si estrae un composto, la rutina, usato per il trattamento dei disturbi vascolari. Inoltre non ha glutine, una sostanza che può indurre a fastidiose allergie. A rendere merito a questa importante qualità l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) consiglia nel suo “Prontuario Nazionale” i prodotti del Molino Tudori di Teglio.

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Sapori di terra di Valtellina

La Valtellina è una profonda valle scavata dal movimento dei ghiacci e dall’impeto dell’erosione dei fiumi che balzano, dai 3000 mt d’altitudine dei nevai, sino al fondovalle. Le rocce erratiche affiorano tra il tenero limo e la vegetazione, in particolare i cereali, crescono forti e rigogliosi, assumendo sapori decisi e particolari. Il profondo solco valtellinese con andamento est – ovest, rispetto allo stivale italico, garantisce alla sponda retica un soleggiamento costante anche nella rigidità dell’inverno favorendo un clima eccezionale.

Sulle Alpi Retiche il tempo
si è fermato

Teglio è al centro di questo territorio, l’antica capitale, e qui continua la tradizione del grano saraceno la sua coltivazione e macinazione, un’arte che, da secoli, permette di distinguersi in cucina dei valtellinesi, un popolo semplice, fiero delle proprie tradizioni, temprato alle durezze e alle asperità, ma capace di estrarre dalla terra il meglio dei suoi prodotti per qualità e genuinità.
Le coltivazioni sono eseguite ancora “a mano” date le difficoltà dei coltivi, per lo più dirupati e in piccoli appezzamenti strappati alle rocce; l’uomo semina e raccoglie… il sole matura e il vento e le api impollinano… senza fretta.

Sapori di terra di Valtellina

La Valtellina è una profonda valle scavata dal movimento dei ghiacci e dall’impeto dell’erosione dei fiumi che balzano, dai 3000 mt d’altitudine dei nevai, sino al fondovalle. Le rocce erratiche affiorano tra il tenero limo e la vegetazione, in particolare i cereali, crescono forti e rigogliosi, assumendo sapori decisi e particolari. Il profondo solco valtellinese con andamento est – ovest, rispetto allo stivale italico, garantisce alla sponda retica un soleggiamento costante anche nella rigidità dell’inverno favorendo un clima eccezionale.

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Teglio è al centro di questo territorio, l’antica capitale, e qui continua la tradizione del grano saraceno la sua coltivazione e macinazione, un’arte che, da secoli, permette di distinguersi in cucina dei valtellinesi, un popolo semplice, fiero delle proprie tradizioni, temprato alle durezze e alle asperità, ma capace di estrarre dalla terra il meglio dei suoi prodotti per qualità e genuinità.
Le coltivazioni sono eseguite ancora “a mano” date le difficoltà dei coltivi, per lo più dirupati e in piccoli appezzamenti strappati alle rocce; l’uomo semina e raccoglie… il sole matura e il vento e le api impollinano… senza fretta.

“ARCHIVIO: CONSORZIO TURISTICO MEDIA VALTELLINA – HOTEL COMBOLO – FOTO PREVISDOMINI”

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